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Dirigente scolastico per professione, poeta, scrittore e raffinato studioso per passione, Giuseppe Celona nasce a Villafranca Tirrena, comune alle porte di Messina, il 16 marzo del 1939. Compie gli studi classici presso il Liceo "La Farina" di Messina, per poi iscriversi alla facoltà di Lettere dell'Università di Messina, completata con una tesi su "Alcuni aspetti della politica agraria del Fascismo nel Mezzogiorno". Diviene quindi assistente di storia moderna del Prof. Rosario Villari, già relatore del suo lavoro di tesi ed autorevole voce della cultura storiografica. Intrapresa l'attività di insegnamento, nel 1968 Giuseppe Celona giunge a Ficarra, piccolo borgo sui monti Nebrodi, per insegnare nella locale scuola media. Da quel giorno, il suo legame con Ficarra sarà destinato a durare per tutta la vita. Una delle prime attività che portano il suo nome è, in quello stesso anno, la fondazione del Gruppo Folkloristico "I Nebrodi", al quale lega la sua passione per la diffusione della cultura e delle tradizioni popolari siciliane.

Nel 1977 viene pubblicata la sua prima raccolta di poesie "L'ora della luce" (Rebellato Editore), in cui il racconto è «trascritto nella semplice latitudine delle piccole azioni, dei giorni semplici, delle abitudini antiche (1)», come osserva Amoroso nella prefazione. Finalista al Primo e al Secondo Concorso Nazionale di Poesia inedita "Marina di Palese" nel 1973 e nel 1974, nonché all'Ottava edizione del concorso di Poesia "Città di Piacenza" 1974, la sua poesia riceve sempre lusinghieri giudizi.

Attivo promotore della vita culturale ficarrese, Giuseppe Celona crea ed organizza uno degli eventi di cui ancora oggi permane vivo il ricordo e l'apprezzamento: il "1° Congresso di storia medioevale, moderna e contemporanea dei Nebrodi". L'idea della manifestazione - tenutasi nel suggestivo scenario del Convento dei frati minori osservanti di Ficarra il 7, 8 e 9 agosto del 1986 - nasce in primo luogo dalla convinzione che «solo da una ripresa culturale (e la "memoria storica" è, in tal senso, quanto mai indicativa) possa scaturire la rinascita, anche economico-sociale, di questi paesi dei Nebrodi (2)». Così si legge nell'introduzione agli atti del congresso, curata, come tutto il volume, proprio da Celona. A tre anni di distanza, si svolge il 2° Congresso, mentre risale al 1995 la 3° ed ultima edizione della manifestazione.

Siamo nel 1989: «stile scarno, essenziale, tagliente. Ricerca della parola in sintonia con le parole dei luoghi, dove scirocco, querce, tizzone, terremoto, malaria, fiumara, hanno il senso di una metafora assai rara (3)». Vede la luce la seconda raccolta di poesie, "Il Regno del Cerbiatto" (Pungitopo Editore). Questo regno sono i Nebrodi, vibrante fonte d'ispirazione per l'autore con i loro colori, i profumi, le creature che li animano, regno di una poesia fortemente evocativa e permeata da intense suggestioni.

Ad un anno di distanza da "Il Regno del Cerbiatto", Giuseppe Celona dà alle stampe la traduzione, corredata da approfondite note, del romanzo storico di Alexandre Dumas padre, "Pasquale Bruno" (Lo Presti Editore). Della leggenda di Pasquale Bruno, Celona aveva udito fin da piccolo, nelle lunghe serate d'inverno, dai racconti di un vecchio zio e fra i vicoli della sua Villafranca. Fu per lui grande stupore ritrovare quella vicenda, anni dopo, filtrata dalla penna di Dumas. La figura di Pasquale Bruno, bandito che vive fra il finire del 1700 e i primi decenni del 1800 a Bauso (oggi, appunto, Villafranca Tirrena), «incarna l'ideale romantico dell'eroe insofferente di ogni freno, amante della libertà, grande anche nella sventura e nel dolore (4)». Sullo sfondo delle avventure del personaggio Pasquale Bruno c'è sempre la Sicilia, una Sicilia spesso disperata ma ancora magnifica «per la bellezza della sua natura incontaminata e selvaggia, per i costumi e le tradizioni del suo popolo istintivo e ospitale (5)». La traduzione del romanzo di Giuseppe Celona, la prima in lingua italiana dopo oltre 150 anni, entra anche a far parte, nel 1996, della Collana "Libreria dei ragazzi" dei Tascabili La Spiga, con il titolo "Il Brigante Siciliano". Celona cura, anche in questo caso, introduzione e note.

Della storia di Pasquale Bruno esistono, in realtà, due versioni originali: oltre che della prima, romanzata, Celona si occupa di tradurre anche quella che viene pubblicata da Dumas nel 1842, all'interno dei racconti di viaggio "Le capitaine Arena". Il libro vede la luce nel 1997, con il titolo "La vera storia del brigante Pasquale Bruno" (Armenio Editore).

Bisogna a questo punto fare un passo indietro di qualche anno perché, nell'arco di tempo che separa il lavoro effettuato sulle due versioni della storia di Pasquale Bruno l'una dall'altra, Giuseppe Celona si dedica ad un diverso e interessante filone, quello teatrale. Qualcuno avrà a questo punto notato come l'opera di Celona spazi fra innumerevoli generi: la poesia, il romanzo storico e adesso il teatro. Il file rouge che continua ad intrecciarsi dietro tutti questi lavori rimane, però, quello del recupero delle tradizioni popolari, della storia dei luoghi e dei personaggi. Ed è così che nel 1992, nell'ambito della sua attività professionale di dirigente scolastico, svolta anch'essa con grande passione, Celona cura una "Rassegna Interregionale di Teatro scolastico della Sicilia, della Calabria e della Basilicata" presso la scuola media di Falcone (ME). Nello stesso periodo, si fa anche promotore della realizzazione sulle pareti della scuola, ad opera degli alunni, di nove splendidi murales raffiguranti la storia della Sicilia.

La passione per il teatro si fonde ben presto con quella, che già conosciamo, per la scrittura. Dalla storia della Sicilia emerge un'antica maschera teatrale, portata sull'isola dagli Arabi. E' il tipo del "furbo-sciocco", di colui che usa l'arma della beffa nei confronti di chi detiene il potere a vari livelli: Giufà. E' il 1993 ed esce "Giufà: Teatro" (Lo Presti Editore), dedicato agli alunni siciliani della scuola dell'obbligo, affinchè «imparino a crescere affinando le loro capacità critiche nei riguardi dell'arroganza del potere e delle storture della società (6)», anche tramite la comicità. E' invece datato 1994 "I Racconti di Giufà e altre storie" (Greco Editore), nato dalla collaborazione di Giuseppe Celona con Benedetto Sergi. L'opera, con testo siciliano a fronte, presenta una doppia prefazione, per i docenti e per gli alunni. Nelle scelte di Giuseppe Celona non è difficile cogliere, e non solo in controluce, il suo lavoro di dirigente scolastico: l'attenzione alle edizioni per i più giovani, lo studio effettuato sulle note linguistiche, i rimandi alle origini latine della lingua o ad episodi storici, nascono dall'autentico desiderio di consegnare sempre nelle mani del lettore un prodotto dalla forte impronta formativa.

Finiscono per confluire in un'unica opera, nel 1999, gli interessi dell'educatore, del poeta, dello studioso di tradizioni locali. Da sempre estimatore del poeta-barone Lucio Piccolo di Calanovella, originario di Capo d'Orlando, Giuseppe Celona sceglie di scrivere, per i giovani, un testo di analisi e commento su un ventaglio di liriche tratte da tutte le raccolte che ci restano di Piccolo. Il testo, dal titolo "Lucio Piccolo – Antologia Poetica", esce all'interno della raccolta "All'insegna del Pesce d'Oro" di Vanni Scheiwiller – Milano, proprio in occasione del trentesimo anniversario della morte di Piccolo. Il volume si apre con un prezioso saggio sulla poesia di Lucio Piccolo, in cui Celona ripercorre la complessità e l'oscurità della poesia che si appresta a commentare, senza tralasciare l'approfondimento sugli influssi culturali subiti dal poeta e sugli innumerevoli interessi che egli coltivò nella vita e che ebbe modo di riversare nella sua opera. Per la mancanza di immediatezza dei suoi testi e per il simbolismo ricorrente, commentare Piccolo richiede grande studio e spiccata sensibilità, e sono proprio questi gli ingredienti che si gustano leggendo l'antologia poetica curata da Giuseppe Celona. Ogni lirica è introdotta da un testo esplicativo e corredata da puntuali e approfondite note: il risultato è uno strumento prezioso per chi voglia essere sapientemente accompagnato alla conoscenza di queste opere e di questo autore.

Negli ultimi anni della sua vita, fino alla morte avvenuta nel 2003, Giuseppe Celona ha sempre continuato a coltivare le sue passioni e a dedicarsi alla scrittura. Dei tanti successi e riconoscimenti di cui è stato costellato il suo percorso, la maggiore fonte di gioia fu però per lui, in ogni momento, la sua famiglia: la moglie Rosa Maria e i figli Antonio e Chiara, a cui ha sempre dedicato la parte migliore di sé, come uomo, come padre, come poeta e come maestro di vita.

 
(1) AMOROSO, G. "Prefazione" in CELONA, G. (1977), L'ora della luce, Rebellato Editore, Venezia: p. 9
(2) CELONA, G. "Introduzione" in CELONA, G. (a cura di) (1987), Storia dei Nebrodi, Pungitopo Ed.: p. 9
(3) FRENI, M. "Introduzione" in CELONA, G. (1989), Il Regno del cerbiatto, Pungitopo Editore: p. 9
(4) CELONA, G. (1990), Pasquale Bruno, Lo Presti Editore: p. 
(5) Ibidem, p.
(6) CELONA, G. (1993), Giufà: Teatro, Lo Presti Editore: bandella
 
   
 
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